UBI MAIOR
di Franco Bertini
con
Leo Gassmann Sabrina Knaflitz
e in o. a. Barbara Begala e Matteo Taranto
Regia di Enrico Maria Lamanna
Aiuto Regia Augusto Casella
Scene Fabiana Di Marco
Costumi Teresa Acone
Disegno Luci Pietro Sperduti
Musiche originali di Adriano Pennino
Tito ha vent’anni ed è molto più di un campione di scherma: è un giovane brillante,
carismatico e determinato, che ha conquistato il gradino più alto del podio olimpico
con sacrificio e dedizione. Il successo lo ha reso celebre, gli sponsor lo corteggiano,
ma lui non si lascia sedurre né dal denaro né dalle lusinghe del mondo mediatico
dell’intrattenimento. La sua vita è scandita da allenamenti, competizioni e continui
spostamenti, tanto da non aver mai sentito davvero il bisogno di una casa tutta sua.
Quando finalmente decide di farlo, resta comunque vicino alla famiglia.
Ma un giorno, un messaggio inaspettato di suo padre lo richiama bruscamente a casa.
C’è un problema. Un guaio serio, pericoloso, che nessuna vittoria sportiva può
risolvere. Il problema più insidioso è costituito da una leggerezza commessa da
Lorena, sua madre, per cui ora si ritrova ad avere a che fare con un personaggio poco
raccomandabile.
Tito si trova davanti alla sfida più difficile della sua vita, ma questa volta non c’è una
pedana su cui combattere, né un regolamento a stabilire le regole del gioco. I suoi
genitori, da sempre punti di riferimento, si rivelano sotto una luce inedita e lui stesso
scopre un lato di sé che non aveva mai immaginato.
Per proteggere la sua famiglia, Tito dovrà fare una scelta: restare fedele ai suoi principi
morali o infrangere le sue stesse regole. In questa partita, non conta la forza, la tecnica
o la disciplina… conta solo quanto si è disposti a sacrificare.
Ubi maior… minor cessat.
Note di regia
Ritrovare un autore come Franco Bertini, dalla scrittura incisiva e appassionata, con
cui ho avuto il piacere di collaborare fin dagli anni ’90, è un’esperienza che rinnova lo
stimolo creativo. Accanto a lui, Sabrina Knaflitz, interprete di grande sensibilità, e Leo
Gassmann, giovane talento dal naturale carisma, al suo debutto teatrale in un
progetto che affronta il tema della famiglia in modo originale e contemporaneo.
La pièce mette in scena dinamiche intense e imprevedibili: un padre sull’orlo di una
crisi di nervi, un figlio determinato, una madre custode di un segreto e un personaggio
dalla forte impronta criminale, il tutto intrecciato da un colpo di scena che ribalta le
prospettive.
Attraverso un linguaggio teatrale che alterna momenti di intensa emotività a spunti
ironici, la regia costruisce un racconto visivamente impattante, tra luci
cinematografiche, dissolvenze e una colonna sonora che accompagna e amplifica le
emozioni. Un lavoro che si muove tra provocazione e coinvolgimento, capace di
divertire e, al tempo stesso, toccare corde profonde.
Enrico Maria Lamanna























